4 giorni a Siem Reap
Asia Cambogia

Viaggio in Cambogia | 4 giorni fra Siem Reap e Angkor Wat

on
23 Gennaio 2019

Seminare dei ricordi. Nel mio ruolo di padre non ho fatto altro. Ai figli non ho mai pensato di poter insegnare granché, ma fin dall’inizio della loro presenza in casa ho sentito che attraverso alcune esperienze indimenticabili potevo mettere nella loro memoria i semi di una grandezza con la cui misura vorrei che vivessero. […] Così, separatamente, li ho invitati a venire con me in Cambogia, un paese a cui sono legatissimo e, separatamente, li ho portati per alcuni giorni ad Angkor, uno di quei pochi, straordinari luoghi del mondo dinanzi ai quali ci si sente orgogliosi d’esser membri della razza umana; uno di quei posti dove la grandezza è in ogni pietra, in ogni albero, in ogni boccata d’aria che si respira. Una grandezza, per giunta, che oggi uno può avere tutta per sé.

TIZIANO TERZANI

Per iniziare il mio articolo sui 4 giorni incredibili trascorsi a Siem Reap e in questo paese straordinario, ho voluto citare il mio mentore. Perché anche io, che ancora non sono mamma, credo che se dovessi indicare un posto al mondo in cui mi piacerebbe portare mio figlio, un giorno, sceglierei proprio Angkor.

Ho sempre desiderato esplorare questo sito centenario sin dai tempi (sarò banale) dei film d’avventura alla Tomb Raider e Indiana Jones (per giustificare il mio discusso gusto cinematografico, vi annuncio che all’epoca ero solo una bambina di 12 anni :)) Col passare del tempo ho avuto più e più volte modo di ammirare le immagini incredibili di questo mondo extraterrestre, dai tantissimi documentari girati sull’argomento. Un paesaggio costellato da centinaia di antiche rovine intrappolate in questa giungla rigogliosa e popolate da simpatiche scimmiette. Le tracce di un antico e valoroso popolo dalla storia enigmatica e affascinante.

Così, quando lo scorso anno si è presentata l’occasione di selezionare una meta per il nostro viaggio insieme, io ed Enrico siamo stati subito concordi nell’optare per il paese che fu un tempo culla dell’antico impero Khmer.

Non ci sembrava vero!

E decidiamo, naturalmente, di dedicare quattro interi giorni a questo luogo così bramato e alla cittadina che ne costituisce il campo base per ogni esplorazione: Siem Reap.

Ecco il racconto del nostro viaggio in Cambogia: 4 giorni a Siem Reap trascorsi fra le campagne e gli affascinanti siti di Angkor Wat

Generalmente le zone più turistiche sono anche quelle che ci attirano meno e tendiamo ad evitare i percorsi troppo battuti. Tuttavia, nel caso di Angkor, dovevamo proprio fare un’eccezione. Decidiamo però di approcciare questo mondo a modo nostro e ci rivolgiamo per questo a RAM Viaggi, un tour operator ligure che gestisce esclusivamente viaggi di Turismo Responsabile a sostegno delle realtà locali, la quale ci mette in contatto con la nostra guida cambogiana. Grazie a loro i nostri 4 giorni a Siem Reap e ad Angkor Wat si sono dimostrati stupefacenti!

 

Bunlee la nostra guida e fondatore della associazione NGO for education

 

Non è di fatto una vera e propria guida, non ha attestati ne formazione specifica. Si tratta di un ragazzo cambogiano, ex membro di Emergency, che ama la sua gente e che ha immolato la propria vita per cercare di aiutare un popolo che ancora oggi subisce le tragiche conseguenze di un paese dal passato drammatico. Con la sua associazione lavora duramente per costruire scuole e promuovere i diritti dei bambini cambogiani, in primis quello all’educazione, di cui purtroppo il governo attuale sovente non si fa promotore.

Potrete ben capire che il nostro tour esplorativo di Angkor con un accompagnatore del suo calibro…non avrebbe potuto non essere INCREDIBILE come di fatto è stato!

Potete mettervi in contatto con lui tramite RAM Viaggi!

Ma torniamo a noi.

4 GIORNI A SIEM REAP E DINTORNI

Quattro giorni nei dintorni di Siem Reap, per prenderci tutto il tempo necessario ed esperire al meglio ogni luogo ed incontro.

Approdiamo a Siem Reap con un volo mattutino da Bangkok (la notte precedente la trascorriamo in Thailandia). L’aeroporto è minuscolo, già qua ti senti a casa, nulla a che vedere con le grandi dispersive strutture multi livello degli aeroporti internazionali (e pensate che…in tutta la Cambogia…di aeroporti ce ne sono solo 5 e questo è il secondo più utilizzato!).

Già da qua ci rendiamo conto dell’umile semplicità di questa terra, che solo rispetto alla cugina Thailandia…ad un primo sguardo…sembra collocata in qualche passato decennio (e non è un giudizio negativo, anzi).

Ad attenderci il tuk tuk mandato dalla nostra guesthouse, naturalmente, a gestione locale. Quando viaggiamo, destiniamo i nostri soldi a sostegno dell’economia del luogo. Sempre. Non esiste che sovvenzioniamo il turismo di massa, grandi catene internazionali che il più delle volte deturpano paesaggi e sfruttano i dipendenti sottopagandoli. In questo, Renzo e il team di RAM sono stati per noi un aiuto prezioso, confezionandoci un viaggio perfetto.

E poi, se vuoi davvero conoscere un paese, non puoi farlo dalla hall di un resort. Devi starci, in mezzo alla gente.

Il primo impatto con la Cambogia è stato intenso a tutti gli effetti: questi iniziali kilometri di tuk tuk ci hanno mostrato un popolo che vive in modo semplice…e molto povero. Bimbi a piedi scalzi per le strade, animali ovunque, venditori ambulanti ad ogni angolo. Ma soprattutto…sorrisi e grande fierezza stampati sul volto di chiunque.

Siamo già enormemente felici.

Enrico lo sa: portami lontano dalla società occidentale, tutta dedita al progresso e all’apparenza, priva di empatia e indifferente al concetto di solidarietà…e mi sento a casa. Sono diventata insofferente, negli anni (e ne ho solo 30…di questo passo implodo prima dei 40!) a tutto ciò che è il nostro mondo. Non voglio sputare nel piatto in cui mangio, no davvero, sarebbe sintomo di incoerenza. Ma proprio boh…a tante cose, io non ci sto. Nel mio piccolo cerco di apportare qualche cambiamento, ma so che potrei in prima persona fare MOLTO di più.

Ma questo non è il momento di dare adito al mio animo brontolone 🙂 chi mi conosce sa che se inizio ad addentrarmi in certi discorsi…divento una rompiscatole estremamente loquace e polemica ahahah. Come si dice? Con il tempo, si vedrà 🙂

 

 

Nei giorni successivi di permanenza in questo paese, l’impressione iniziale non verrà che confermata: villaggio dopo villaggio, la realtà è quella di un popolo privo di beni materiali, che non sa cosa siano gli eccessi, in larga parte analfabeta ma sempre pronto all’incontro e allo scambio.

Ci emozioneremo ogni volta di fronte ai sorrisi felici dei bimbi in divisa al termine delle lezioni e il nostro cuore non smetterà mai di riempirsi di gioia ad ogni saluto. Esplorare i mercati ed osservare le donne cambogiane, fiere e consumate dal lavoro, intente nelle loro mansioni ma mai scontrose e sempre pronte a regalarci un sorriso, continuerà ad affascinarci per tutto il tempo.

Questa gente possiede poco o nulla, ma è dotata di una ricchezza interiore che dalle nostre parti oggi è cosa assai rara.

 

Studenti cambogiani dopo le lezioni

 

4 GIORNI A SIEM REAP: PERLUSTRANDO LA CITTà

Arrivati a Siem Reap ci prendiamo un paio d’ore per rilassarci prima di immergerci in un tour perlustrativo della città. Abbiamo qualche commissione da sbrigare: cambiare una manciata di euro con i dollari (ebbene sì, nonostante la Cambogia abbia una propria moneta – il Riel – qua sono molto più utilizzati i dollari USA, una reminiscenza della permanenza statunitense in questo paese durante il conflitto con i Vietcong) e comprare una sim locale.

Ci rendiamo subito conto che avere a che fare con l gente del posto, alla quale prediligiamo sempre rivolgerci, non è semplice nonostante la loro innata cortesia e generosità: il ragazzo del negozio a cui chiediamo la sim, all’incirca sui vent’anni, non sa né leggere né scrivere. Mentre da noi il bimbo medio impara a ricercare un video su You Tube ancora prima di camminare. Riflessioni.

 

 

Nel mentre approfittiamo per gironzolare fra le viuzze colorate ed immergerci nell‘Old Market. Il mercato principale di Siem Reap è ormai molto proiettato a soddisfare le esigenze del turista doc e vi si trovano souvenir di ogni tipo, fabbricati per lo più nella vicina Cina. Tuttavia, non manca in questo luogo un cuore pulsante ed autentico, caratterizzato dall’area centrale dove si concentrano banchetti e rivenditori di cibo. Una zona in cui sono soprattutto i locali a rifornirsi.

Vi si trovano leccornie (eufemismo 🙂 di ogni tipo: dalla  semplice e meravigliosa frutta e verdura di stagione ai piatti tipici come gli spring roll cambogiani e i noodles, sino alla vendita di tarantole fritte o blatte caramellate. Cosa dite, secondo voi ci saremo lasciati sedurre da queste prelibatezze?

In realtà, per il momento, ci limitiamo ad acquistare una sorta di frittella dolce di riso da una venditrice ambulante sulla strada. E per tutto il nostro viaggio…il nostro desiderio di autenticità non ci spingerà comunque al punto di ingurgitare insetti (vi ricordo che io, oltretutto, sono una mangia verdure per scelta etica!)

 

Io e Enry ci facciamo una merenda a base di frittelle di riso e sesamo a Siem Reap

La nostra merenda!

 

Ma perché i cambogiani mangiano gli insetti?

Sembra che il boom del consumo degli stessi (tra cui al primo posto figurano le famose tarantole striate grandi come un palmo di mano) non sia un’usanza antica, ma bensì piuttosto recente: durante la dominazione dei Khmer Rossi, infatti, quattro decenni fa, le condizioni di vita precarie ed abominevoli e la scarsità di cibo avrebbero indotto le popolazioni rurali sfollate dalla capitale Phnom Penh ad abituarsi a mangiare questi ragni che, nel corso del tempo, sono poi diventati una leccornia molto diffusa. Ma è certo, comunque, che gli antichi popoli cambogiani mangiassero già da secoli ragni ed insetti, alimenti per altro diffusi anche negli stati confinanti, come la grande Cina.

LEGGI ANCHE  Cambogia: l'incontro con gli elefanti dell'Elephant Valley Project

Nel tardo pomeriggio visitiamo la un’organizzazione no-profit gestita dai monaci di un monastero buddhista di Siem Reap, la cui mission è quella di fornire sostegno e servizi educativi alle famiglie più povere. Il monaco direttore ci riceve ed insieme a lui, mentre un improvviso acquazzone monsonico si rovescia sulla città cospargendola di una dolce malinconica coltre, ci addentriamo a discorrere di Buddhismo, religioni e filosofia orientale nonché di concetti come la consapevolezza, la pace interiore o l’immolare la propria vita alla semplicità e all’aiutare chi è in difficoltà.

Dopo una cenetta tipica khmer a base di amok vegetariano e curry soup in un localino carino nel cuore di Pub Street – il fulcro pulsante e giovane della città – torniamo alla guesthouse per la nanna. Il giorno dopo abbiamo appuntamento con la nostra guida molto presto per dare avvio all’esplorazione di un luogo che bramiamo da sempre!

 

 

Prosegui nella lettura dell’articolo per scoprire il tour fra i meravigliosi siti di Angkor Wat

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14 Comments
  1. Avatar
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    Virginia

    18 Giugno 2019

    La Cambogia è entrata nel mio mappamondo quando una cara amica tornando dal suo viaggio di nozze mi ha detto di non aver mi visto un luogo più speciale. Il tuo racconto e le tue fotografie mi hanno fatto viaggiare ad occhi aperti. La chicca sicuramente per me sarebbe lo stagno del loto, wow!

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      clicmytrip

      28 Giugno 2019

      La Cambogia è FORTE…magari meno da effetto WOW rispetto ad altri paradisi terrestri…ma non so come dire, lascia il segno…ti entra dentro

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    Erica

    7 Giugno 2019

    Mi è piaciuto molto sia come avete descritto questo paese sia la modalità di viaggio scelta, si avvicina tantissimo alla nostra. Abbiamo iniziato ad approcciarci ai paesi asiatici in dicembre, visitando lo Sri Lanka per quasi 3 settimane e la Cambogia è una delle 3 prossime mete asiatiche che vorremmo visitare. Terremo a mente tutti i vostri consigli, anzi, salveremo il post così da ritrovarlo al momento opportuno!

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      clicmytrip

      8 Giugno 2019

      L’Asia va vissuta profondamente. Noi in Cambogia ci siamo rimasti 20 giorni, purtroppo la mancanza di tempo (per ora) mi ha impedito di scrivere altri articoli su questo paese straordinario ma ti assicuro che tutto è meraviglioso e PROFONDO. Appena potete, fateci un viaggetto…non ve ne pentirete

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    MARTINA BRESSAN

    27 Maggio 2019

    Andrò in Cambogia quest’estate per cui è stato un piacere leggere l’articolo di questa vostra esperienza. Molto interessante il sito raggiunto attraverso trekking nella giungla alle pendici delle colline di Kulen. Me lo sono segnato! Io sto valutando ora quante giornate dedicare ad Angkor e vedo che voi consigliate almeno tre intere, ne terrò conto… in effetti la voglia è quella di correre per vedere il più possibile, ma come è scritto nell’articolo è importante anche fermarsi per ammirare.

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      clicmytrip

      29 Maggio 2019

      Ti consiglio di non stare sotto le 3 giornate…che dal mio punto di vista sono quasi pochine. Angkor è tanto grande ed è un luogo unico al mondo. Inoltre la spiritualità buddhista e induista che lo circonda…richiede per sua natura un esperire il tempo in maniera rilassata, quasi meditativa…solo così, a parer mio, puoi DAVVERO entrare nella comprensione del luogo (e di tutto il paese). Che bello che andrai in Cambogia…quanti giorni starai? Che tipo di tour farai, lo hai già stabilito? Per ora ho scritto solo un post su Angkor (manca il tempo, come sempre!!), ma noi l’abbiamo girata molto in 20 giorni…se ti va, posso consigliarti dei luoghi che a parer mio sono assolutamente imperdibili 🙂 comprese le sistemazioni…fammi sapere!

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    Stefania

    10 Maggio 2019

    Apprezzo molto il tuo modo di viaggiare responsabile e ho scoperto, grazie al tuo racconto, tante cose che non sapevo della realtà cambogiana. Ho letto diversi libri di Terzani ma quello sulla Cambogia mi manca.

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      clicmytrip

      10 Maggio 2019

      Se lo leggerai…prepara un fazzolettino…perché le lacrime sono assicurate. Che dire…un popolo unico. La loro sofferenza è ancora fortemente palpabile…se ci entri davvero, nella Cambogia…devi essere forte

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    Julia

    3 Febbraio 2019

    È un viaggio che risale a 10 anni fa quando la Cambogia non era una meta molto battuta . Mi è rimasta nel cuore tra i viaggi più belli

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      clicmytrip

      8 Febbraio 2019

      Anche a me…e comunque sai che (Angkor a parte ovviamente) non è tutt’oggi una meta battutissima dal turismo. La maggior parte della gente la inserisce come tappa di qualche giorno all’interno di un viaggio in Vietnam o Thailandia. Infatti fatta eccezione per Siem Reap, di turisti ne abbiamo incontrati davvero pochi e di italiani…beh, quasi nessuno. E questo ha contribuito a renderla ancora più bella dal mio punto di vista 🙂

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    Valentina

    2 Febbraio 2019

    Quanto mi affascina la Cambogia… se penso che sarei dovuta andarci lo scorso mese mi viene male!!! Spero di poterla visitare prima o poi… intanto ti ringrazio perché grazie a questo tuo post con le belle foto ho sognato un po’ 🙂

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      clicmytrip

      8 Febbraio 2019

      Si è davvero “intensa”. Come mai non ci sei andata? Fallo appena puoi perché ti resterà nel cuore, puoi starne certa

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    Lucy

    1 Febbraio 2019

    Grazie per questo reportage! Se potessi farei questo viaggio domani stesso. La Cambogia mi ha sempre affascinata, con quei suoi contrasti così particolari (poi da quando ho visto un documentario sugli Khmer Rossi, vorrei davvero andare sul posto per vederne le tracce con i miei occhi).
    Ps: amore incondizionato per Indy!

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      clicmytrip

      1 Febbraio 2019

      Io avevo visto il film “Per primo hanno ucciso mio padre” e ho pianto per giorni. Assurdo come alcune tragedie della storia passino quasi sotto silenzio… La Cambogia è un paese che ti resta dentro e che trasuda di questo passato. Io non ho avuto il coraggio di entrare nel collegio ora museo del genocidio e un tempo luogo di tortura…ho una forte percezione delle energie dei luoghi e non ho avuto le forze per farlo…un po’ ne sono pentita, ma proprio non ce l’ho fatta (i libri e i film sull’argomento nonché i racconti delle persone incontrate mi erano bastati) Credimi che entrare in contatto con queste persone e con il loro trascorso, un pochino, ti cambia davvero 🙂

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VALENTINA
BERGAMO

Mi chiamo Valentina e sono qui perché voglio farvi conoscere i miei sogni. Per farlo vorrei partire da una frase, per raccontare una storia: "...siamo quello che sentiamo e percepiamo. Se siamo arrabbiati siamo la rabbia. Se siamo innamorati siamo l'amore. Se guardiamo un innevato picco di montagna siamo la montagna. Mentre sogniamo siamo il sogno". É una frase di Tich Naith Han, monaco buddista tutt'ora vivente. Una persona straordinaria ed ordinaria nel medesimo tempo. Ribelle nell'animo, arrestato e torturato più volte, distante da qualsiasi forma di vita ed espressione che non si chiami amore. É addirittura stato controcorrente rispetto ad alcune forme di Buddhismo tradizionale, ma il suo messaggio d'identità e rispetto è più che mai attuale. "...mi piace molto ascoltare la pioggia, è un suono bellissimo" (da "Quando bevi il tè', stai bevendo le nuvole") e piace molto anche a me. Non posso e non desidero di certo paragonarmi a lui, ma l'arte, la bellezza, la fotografia, la letteratura e la poesia sono il mio sogno. Attraverso queste espressioni del Pensiero e dello Spirito sento di riuscire a cogliere DAVVERO l'anima del mondo. Ma il mondo quello VERO, quello autentico, quello fatto di persone, di diversità, di odori, di sapori, di colori, di scorci, di inaspettati incontri. Come dice Tich Naith Han, sento distintamente di appartenere a questo sogno, e vorrei spartirne una piccola fetta con tutti voi.

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