Sentiero panoramico sul Lago di Garda: una gemma nascosta
Una giornata di sole di fine febbraio, siamo in zona gialla da qualche giorno, ancora non ci sembra vero di poter passeggiare con naturalezza in un luogo così vicino, e al contempo così lontano, da quello che è stato lo scenario abitudinario e monotono delle ultime settimane. Il sole tiepido sul volto ci rammenta che la primavera giace nascosta dietro l’angolo: una rinascita che in questo 2021 si riveste di un valore ancor più prezioso.
Abbiamo trascorso la notte a Padenghe sul Garda, ospiti di Giovanni in una calorosa villa rurale circondata dalle campagne della sponda bresciana. Carichi di energie per la corposa colazione a base di torte della nonna e marmellate artigianali, ci apprestiamo a raggiungere la località di Campione, da dove il nostro sentiero panoramico sul Lago di Garda ha inizio.
Trekking ad anello da Campione: un sentiero panoramico sul Lago di Garda fra archeologia industriale, castagneti, radure di ulivi e canyon scavati nella roccia
Informazioni pratiche
LUNGHEZZA DEL PERCORSO
11 km circa
TEMPO NECESSARIO
3,5/4 ore (incluse pause fotografiche)
DISLIVELLO
700 metri in positivo
SEGNALETICA
sempre presente, seguire i sentieri 266 e 267
DIFFICOLTÀ
Escursionistica: il percorso richiede una media preparazione fisica, lo sconsiglio ai camminatori alle prime armi in quanto il dislivello in certi tratti è piuttosto sfidante (ma mai eccessivo). Inoltre in alcuni frangenti potrebbe essere considerato un percorso pericoloso a causa della mancanza di barriere protettive. Consiglio per tanto di evitare di portarci bambini o ragazzini (potreste valutare di percorrere con loro la prima parte del tragitto sino alla diga, molto suggestiva e in totale sicurezza).
PERIODO CONSIGLIATO
Percorribile tutto l’anno, le stagioni migliori sono sicuramente la primavera e l’autunno, quando le temperature non sono eccessive e i colori della natura possono regalarvi piacevoli sorprese
La partenza del percorso da Campione del Garda
Campione del Garda è un piccolo comune posizionato nella splendida cornice della Riviera dei Limoni, frazione della molto più rinomata Tremosine, sede di una delle strade più emozionanti del mondo.
Raggiungiamo il borgo deviando verso destra e seguendo la stradicciola sorpassiamo in auto un piccolo ponticello che scavalca la foce del fiume San Michele, il quale ci farà compagnia per la maggior parte del nostro trekking.
Già dall’auto ci rendiamo conto delle tracce storiche che ancora chiaramente tappezzano l’area circostante: gli alti e massicci edifici, un tempo case degli operai, si ergono attorno a noi tutti uguali, come custodi posti all’ingresso di una dimensione parallela. La sensazione è un po’ quella di essere capitati in un borgo fantasma, con costruzioni abbandonate, segnate da una sfacelo in qualche modo ancora “vivo”.
Nel XVI secolo Campione del Garda era sede di un’importante cartiera, di mulini ad acqua e di vivaci fucine, divenuto poi nel tempo un modello di villaggio operario autosufficiente e a perfetta misura d’uomo.
Dopo i primi periodi di fervore economico, trascorsero alcuni decenni di abbandono e degrado, finché nel 1896 Giacomo Feltrinelli decise di rilanciare la produttività del luogo fondando un grande stabilimento di filatura che sfruttasse l’energia idraulica del fiume.
Ad oggi sono in corso lavori di rivalutazione e di restauro che mirano a riconferire a Campione del Garda lo splendore di un tempo.
Imbocchiamo il sentiero 267 fino alla diga
Parcheggiato nella grande area di sosta antistante la chiesa, ci dirigiamo verso il fronte della montagna. Tenendo la destra ad un certo punto incontriamo l’innesto del sentiero 267, proprio a fianco del torrente. Ha così inizio il nostro trekking che si rivelerà una piacevole ed eclettica sorpresa.
Il primo tratto costeggia il fiume ed è costituito da una tracciato ad ampi gradoni in pietra che si inerpicano lungo la valle San Michele, lasciandosi alle spalle il vecchio cotonificio.
La pendenza risulta piuttosto sfidante già dal principio, il ché ci porta a disfarci fin da subito di giacca, guanti e berretto. Siamo a fine febbraio.
Sulla destra ci affianca il torrente che a tratti ci regala delle splendide vedute su piscine naturali dal colore cristallino. Ci viene spontaneo domandarci se sia possibile farci un tuffo nella stagione più calda.
Continuiamo in salita passando al di sotto di un condotto d’acqua, finché non raggiungiamo una galleria scavata nella roccia, piuttosto bassa e scarsamente illuminata. L’attraversiamo, meravigliati dalla bellezza di quel sito, e con un po’ di immaginazione quasi riusciamo a intravedere gli operai che fino alla fine degli anni ’80 percorrevano quello stesso tracciato per raggiungere la diga.

La galleria che attraversa la montagna per raggiungere la diga
Il sentiero 266 e la risalita sul monte verso Prabione
Giungiamo ad un bivio dove i sentieri 267 e 266 si separano sui due diversi versanti del canyon roccioso. Qua possiamo ammirare la piccola diga edificata sul torrente, ancora operativa. Nelle vasche di cemento colme d’acqua gelida alcune piccole trote risalgono la corrente.
Manteniamo la sinistra in direzione di Prabione, sapendo che saremmo ridiscesi dalla parte opposta nel tragitto del ritorno.
Inizia ora un tratto di circa 30/40 minuti di sentiero sterrato ed immerso nella boscaglia, piuttosto ripido, che mette alla prova la nostra non perfetta preparazione atletica da periodo di lockdown. Completata la salita si prosegue su di un breve percorso in piano che conduce sino ad un secondo bivio con le indicazioni per il Pontesel (Ponticello), nostra prossima tappa.
Verso il Pontesel fra castagneti e uliveti
Da questo momento discendiamo attraversando un folto bosco di castagni: le foglie cadute al suolo lo ricoprono come una calda coltre dai colori bruni. L’umidità del terreno rende il fogliame piuttosto scivoloso e siamo grati di aver indosso le nostre Salomon da montagna.
Completamente isolati dal mondo, avvolti dal silenzio vibrante della natura attorno a noi, ci sentiamo semplicemente vivi e interconnessi a quel grande e splendido sistema che compone l’Universo intero.
Prima di raggiungere il Pontesel risaliamo verso il versante interno della costa e attraversiamo una radura dal fascino quasi fiabesco, popolata da piccoli cascinali e da decine di filari di ulivi. Il tutto mi riporta alla mente quei dipinti bucolici che osservavo affascinata sui libri di storia dell’arte negli anni del liceo, con la luce calda e radente che illumina il volto arso dal sole delle contadinelle chinate a raccogliere il grano.
Ancora una ventina di minuti di cammino e raggiungiamo finalmente il ponticello che ci consente di approdare nel lato opposto dello fiume. Devo ammettere che proprio non mi aspettavo una simile sorpresa: attraversiamo questo valico sospeso edificato in pietra antica che si erge su almeno 100 metri di altezza dal letto del torrente.
Ai nostri lati la vista ricade a capofitto nel vuoto del dirupo, e per un attimo vengo assalita da un misto di meravigliato stupore e forti vertigini. Non esistono barriere e il Pontesel è largo poco più di 3 metri. Ma la visione dello spettacolo naturale di fronte a me, che non voglio assolutamente perdermi, mi infonde qualche secondo di coraggio e così mi avvicino ad osservare con cautela lo scenario che, per usare una metafora iper sfruttata ma ora perfettamente calzante, in questo caso sa davvero togliermi il fiato. In tutti i sensi.
La risalita nel bosco verso Pregasio
Ripercorriamo in salita il versante opposto zigzagando nuovamente fra alberi e sottobosco, finché non incontriamo una biforcazione che verso destra ci conduce alla località di Pregasio, il borghetto che dobbiamo raggiungere prima di intraprendere il percorso in discesa che ci ricondurrà alla piccola diga incontrata al principio.
Per qualche minuto ci immergiamo nuovamente in una piacevole area rurale, incontrando di tanto in tanto qualche contadino del luogo che con fare amabile ci saluta sorridendo.

Un fienile panoramico affacciato sul paesaggio circostante

Prima di arrivare al borgo di Pregasio attraversiamo un’area molto bella camminando fra boschetti e aziende agricole
Dopo un breve tratto di strada asfaltata, eccoci nel centro di Pregasio e in prossimità della chiesetta svoltiamo verso destra e imbocchiamo la stradina discendente che ci riporta in poco meno di un’oretta a Campione.
Il ritorno panoramico a picco sul lago
Il sole sta ormai scomparendo all’orizzonte, sul lago si è innalzata una leggera nebbiolina dalla quale fa capolino la vetta innevata del Monte Baldo. Il panorama è talmente appagante che quasi non parliamo, mentre sorseggiamo una tisana presso un belvedere incontrato sul cammino.
Alla nostra sinistra la parete rocciosa, alla nostra destra lo sguardo si perde infinitamente in ogni direzione. Ancora una volta l’adrenalina si fa sentire, ma è sempre a braccetto con l’eccitazione dovuta alla preziosità della scena.
Rientriamo così a Campione, concludendo in poco più di 4 ore questo sentiero panoramico sul Lago di Garda che siamo immensamente felici di aver scovato. Stanchi e soddisfatti, ci voltiamo un’ultima volta ad osservare quel monte roccioso che cola a picco nelle acque cristalline del lago, ancora meravigliati dal fatto che, solo poco fa, ci trovassimo proprio lassù.
Sentiero panoramico sul lago di Garda: dove dormire
Se siete alla ricerca di un alloggio per la notte vi consiglio di prenotare presso la calorosa dimora rurale di Giovanni immersa nell’entroterra agricolo di Padenghe sul Garda. La trovate su Air BnB proprio QUI.
Se non sei ancora registrato ad AirBnB fallo partendo da questo LINK e potrai ottenere un ottimo sconto sul tuo primo viaggio! Cosa aspetti? 🙂
Sei un amante dei trekking? Trova altre ispirazioni per le tue escursioni nella natura nella sezione TREKKING del blog!